Il sapone a Napoli nel 1799
Il ruolo di Napoli nella produzione di sapone
Napoli non ha inventato il sapone, ma ha saputo trasformarlo in un prodotto di altissima qualità, diventando tra il XV e il XIX secolo una delle capitali europee della produzione saponaria. I monaci Olivetani, nel monastero di Monteoliveto (pieno centro storico), custodivano ricette segrete a base di ingredienti raffinati come latte di papavero, midollo di cervo, mandorle amare e zucchero, rendendo il sapone napoletano unico e ricercato.
Le dame e i gentiluomini di tutta Europa facevano a gara per accaparrarsi queste saponette, simbolo di lusso e igiene avanzata. Nel Regno delle Due Sicilie, la produzione di sapone raggiunse livelli industriali, con esportazioni in tutta Europa e una cultura dell’igiene all’avanguardia. Napoli fu tra le prime città al mondo a dotarsi di acqua corrente nelle abitazioni, una vera rivoluzione per l'epoca che contribuì alla diffusione di una mentalità più attenta all'igiene personale. Insomma, i cori da stadio (che sorpresa) denotano grande ignoranza sull'argomento.
Un'eccellenza da ricordare
Seppur non sia stato un napoletano a inventare il sapone, la città ha comunque avuto un ruolo cruciale nella sua evoluzione. Non si può negare che la qualità e la fama del sapone napoletano fossero così elevate che divenne un simbolo di lusso e raffinatezza. Napoli ha saputo elevare un prodotto già noto in tutto il mondo, facendolo diventare sinonimo di eleganza e pulizia. Un po' come ha fatto con il pomodoro che - vogliamo ricordarlo a chi disprezza la globalizzazione - è originario di quella che noi oggi chiamiamo America.



