Tutto è nato un po’ per caso. Durante uno dei miei viaggi, attratto dai profumi intensi e dalla bellezza di alcune saponette artigianali locali, mi è venuta voglia di provare a crearne una tutta mia. Nessun problema di pelle, nessuna necessità: solo curiosità, piacere di sperimentare, e il desiderio di costruire qualcosa con le mani, in modo semplice e naturale.
Così ho iniziato a documentarmi sulla saponificazione artigianale, senza sapere che proprio Napoli e il Sud Italia avessero avuto un ruolo fondamentale nella storia del sapone. E invece sì: dietro una saponetta si nasconde un intero mondo fatto di cultura, artigianato, ricette antiche e – perché no – anche un po’ di orgoglio.
Napoli, in particolare, tra il XV e il XIX secolo è stata una delle capitali europee della produzione di saponi naturali, grazie ai monaci Olivetani del centro storico e a una mentalità già avanzata sull’igiene. Una storia affascinante che merita di essere conosciuta.
Napoli non ha inventato il sapone, ma ha saputo trasformarlo in un prodotto di altissima qualità, diventando tra il XV e il XIX secolo una delle capitali europee della produzione saponaria artigianale. In pieno centro storico, nel monastero di Monteoliveto, i monaci Olivetani custodivano ricette segrete per realizzare saponi pregiati con ingredienti raffinati come latte di papavero, midollo di cervo, mandorle amare e zucchero. Queste formulazioni rendevano i saponi naturali napoletani unici, delicati e ricercati.
Le dame e i gentiluomini di tutta Europa facevano a gara per accaparrarsi queste saponette profumate, simbolo di lusso, igiene e raffinatezza. Non erano semplici prodotti per lavarsi, ma veri oggetti di status e cura personale.